E’ successo ancora. Mentre fuori fiorisce la primavera.
Ogni volta che la cronaca ci informa che un /una adolescente perde la vita per un mal celato malessere o addirittura per “bullismo”, noi adulti ci interroghiamo sui mali della nostra società , sulla solitudine desertica creata dagli ultimi mezzi di comunicazione, sulla incapacità sia familiare che scolastica di arrivare a conoscere i figli adolescenti e di informarci sul loro grado di interazione con noi. Quale la risposta a questo interrogativo?
Forse la ormai poco considerata buona educazione personale, qualità che, se fosse interiorizzata, impedirebbe di apostrofare con espressioni di scherno una coetanea e/o coetaneo sulle caratteristiche del suo fisico oppure sulle sue capacitò intellettive, comportamenti dai quali possono derivare gravi conseguenze.
Oggi pare sia permesso comportarsi villanamente dovunque ed il pericolo che noto è l’assuefarsi a questo stile di atteggiamenti anche nelle persone adulte. Non giova a nessuno il perdurare di questa diseducazione diffusa, in una società , la nostra, che si sta manifestando sempre più problematica.