Tempo di radici di cren (cochlearia armoracia)

In Veneto il cren è molto conosciuto, le radici vengono ridotte e preparate in salsa, è ottimo come accompagnamento nei bolliti di carne, è piccante ma gradevole una volta pronto per l’uso in cucina.  Questa  pianta Crucifera perenne  è conosciuta anche con il nome di Barbaforte, Rafano.

Non si può dire altrettanto gradevole quando lo si deve grattugiare per metterlo sotto aceto.

Questa volta però, per evitare di lacrimare, ho messo da parte il metodo della grattugia ed ho usato  un tritaverdure elettrico; pulite le radici togliendo loro la pelle di superficie (basta anche un pelapatate), le ho poi tagliate a piccoli pezzi ed inserite nel moulinette, in piccole quantità. Posta sul viso una mascherina a coprire naso e bocca per evitare di respirare troppo odore acre; devo dire di aver ottenuto un buon risultato anche con questo sistema. Ho cercato di velocizzare la riduzione della polpa nel minor tempo possibile per non farla ossidare.

Una volta ridotta fine la polpa della radice di rafano e sistemata in vasetti sterilizzati ricoperta di aceto bianco, ho aggiunto  un cucchiaino di zucchero. Mescolando con uno spiedino di legno ho verificato la densità del composto ed aggiunto aceto per ricoprirlo in superficie chiudendo poi con i coperchi a tenuta.

Lascerò riposare il cren almeno fino a dicembre per poterlo accompagnare al lesso invernale.

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