Stamattina, ancora un poco assonnata, ascoltavo le ultime notizie in radio e TV.; tra le tante mi sono imbattuta anche in quella riferita al direttore d’orchestra che, a fine spettacolo (non so perché) ha parlato dell’inesistenza di Babbo Natale. La frase espressa ha destato parecchio malumore negli astanti ed ora molte polemiche di seguito rimbalzano al riguardo. La conseguenza immediata, forse un po’ eccessiva, è stata la perdita del posto; il direttore è stato sostituito.
Cercando nel dizionario d’italiano e sulla enciclopedia alla voce : babbo, non trovo per estensione d’uso del sostantivo l’indicazione Babbo Natale. Detto questo, si può pensare che Babbo Natale sia: voglia di festa: sì, mito del babbo buono: sì, leggenda, fiaba, favola: sì; tutti aspetti infinitamente cari al mondo infantile!
Narro un piccolo episodio di quando ero bambina e Babbo Natale non era nel mio immaginario: “primo dopoguerra a Verona, i regali ed i giochi li portava solo Santa Lucia al 13 dicembre. Per fare una sorpresa a Natale, con l’aiuto di piccole mance datemi da nonna e zii acquistai, in latteria, una confezione natalizia con dolci e nastrini colorati per i miei genitori, mi sembrava bellissima. Quando la portai in tavola, tutta felice, il mio entusiasmo si spense subito perché mi fu rimproverato di aver comperato una cosa futile e senza valore. Conservo ancora un piccolo bambi di quella confezione.
Ho avuto una nonna bonaria, grande narratrice di favole, ma ho sempre saputo che i personaggi più incredibili e favolosi non sono veri, sono immaginari e leggendari per questo fanno spaziare la fantasia.
Ho scritto la parola magica: fantasia, il cui prodotto non è rispondente alla realtà o lo è solo in parte; lo sanno bene gli artisti perciò anche il direttore in oggetto, il quale, magari un po’ stanco, non si sarà ricordato della sua fantasia d’artista!