Il concerto più bello è la vita!

A volte leggere un articolo interessante come il Controcanto su Panorama della settimana, fa riflettere sulla nostra gioventù trascorsa. Partendo dagli anni ’60, considerati “i mitici” bisogna riconoscere che anche allora c’erano difficoltà per i giovani; nel lavoro il più delle volte l’apprendistato durava anche due anni, senza essere messi in regola. Si faceva esperienza rubando con gli occhi da chi era bravo/brava per poter sviluppare di più le proprie abilità, disponibili al lavoro. C’era orgoglio nel portare a casa il mensile guadagnato ed il capofamiglia era ancora rispettato nel suo ruolo di marito e di padre.

Poi è cambiato tutto: gli anni ’70, per i giovani l’inizio di un’epoca nuova, così fu anche per padri e madri che scoprirono una libertà nuova. Ma dietro ogni cambiamento si rincorre il saper adeguarsi e proseguendo così di 10 in 10 ossia: gli anni ’80, ’90, i 2000-2010-2020 siamo arrivati ora a preoccuparci di nuovo dei giovani perché “hanno problemi”…

Il concerto al quale partecipiamo tutti i giorni: quello della vita, imprevedibile con le sue alternanze di avvenimenti, ci fa dimenticare quanto siamo vulnerabili e bisognosi d’aiuto ancorché siamo giovani oppure vecchi necessari alla congiunzione tra le generazioni.

In questo mondo meraviglioso noi facciamo parte del tutto e tutti viviamo la vita finché essa porti a concludere il nostro concerto, sia esso stato: operoso, laborioso, triste e/o malandato, fortunato, ecc.

Non rimane che partecipare!

Nota. Rivista Panorama dell’8-6-22

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