Le tife o “paga debiti” come le chiamiamo scherzosamente a Verona, amano svilupparsi e crescere ai bordi dei grandi stagni, nelle anse dei corsi d’acqua, si notano facilmente perchè le foglie delle tife (typha angustifolia) lunghe e strette si agitano costantemente mosse dalla brezza.
Quando ero ragazzina la fermata per la raccolta di alcune tife da portare a casa per decorazione era una tappa fissa del viaggio di ritorno dal mare dopo il periodo di ferragosto.
Ai tempi della Fiat 600, per la prima volta con la mia famiglia andavamo al mare senza il corredo da cucina, l’andare e il ritornare erano già di per sé una vacanza tanto erano le attese. Nel percorso di andata, favolose erano le soste come quella ad Argenta per mangiare la buonissima rosetta di pane con la mortadella, per inciso non ho più gustato rosette buone come quelle!
Immancabile la sosta con deviazione per giungere alla Fonte della Sacra Mora dove sgorga l’acqua diuretica. La costa romagnola in quegli anni è stata scoperta dagli italiani che con l’auto avevano cominciato a viaggiare serenamente.