Pitonfolà

DSCN0166Si riconosce? E’ un sasso del fiume Adige, fiume di Verona.  Levigato, compatto, piatto con una bella forma tondeggiante.

Anch’io come tanti altri bambini veronesi, molte volte sono stata con i miei genitori sulle sue rive, specie quando il fiume era in secca e, come tutti i bimbi del mondo, ho tirato in acqua i suoi sassi sentendo dall’acqua quel particolare suono onomatopeico: pi ton fo là;  è una parola inventata, appunto da bimba, per imitare il suono a parole.

Oggi questi sassi di fiume sono saliti alla ribalta grazie ad un nostro concittadino, il signor Luigi Lineri (Zevio- VR) di cui non conoscevo la passione e la perseveranza. Egli viene citato come “l’uomo dei sassi” e in questi giorni si leggono articoli di stampa sui quotidiani, interviste e documentario sui media televisivi che danno evidenza alla sua lunga ricerca nel tempo ed alla sua opera che si avvicina anche all’arte moderna.

I ciottoli, per la loro consistenza di pietra, hanno conservato nel tempo il loro fascino primitivo; c’è anche chi li dipinge con risultati ottimi suggeriti dalle loro forme e chi li ha presi come termine di paragone  per indicare la durezza d’animo: “avere un cuore di sasso” – ossia insensibile; oppure: “rimanere di sasso” – ossia sorpreso e allibito.

Vi è anche un vecchio detto popolare: “le donne di una volta facevano la buona zuppa anche con i sassi”.

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