Si riconosce? E’ un sasso del fiume Adige, fiume di Verona. Â Levigato, compatto, piatto con una bella forma tondeggiante.
Anch’io come tanti altri bambini veronesi, molte volte sono stata con i miei genitori sulle sue rive, specie quando il fiume era in secca e, come tutti i bimbi del mondo, ho tirato in acqua i suoi sassi sentendo dall’acqua quel particolare suono onomatopeico: pi ton fo là ;  è una parola inventata, appunto da bimba, per imitare il suono a parole.
Oggi questi sassi di fiume sono saliti alla ribalta grazie ad un nostro concittadino, il signor Luigi Lineri (Zevio- VR) di cui non conoscevo la passione e la perseveranza. Egli viene citato come “l’uomo dei sassi” e in questi giorni si leggono articoli di stampa sui quotidiani, interviste e documentario sui media televisivi che danno evidenza alla sua lunga ricerca nel tempo ed alla sua opera che si avvicina anche all’arte moderna.
I ciottoli, per la loro consistenza di pietra, hanno conservato nel tempo il loro fascino primitivo; c’è anche chi li dipinge con risultati ottimi suggeriti dalle loro forme e chi li ha presi come termine di paragone  per indicare la durezza d’animo: “avere un cuore di sasso” – ossia insensibile; oppure: “rimanere di sasso” – ossia sorpreso e allibito.
Vi è anche un vecchio detto popolare: “le donne di una volta facevano la buona zuppa anche con i sassi”.