Si avvicinano le feste …

DSCN0927Si avvicinano le feste e torna anche qualche ricordo d’infanzia!

Quando ero una bimbetta e a casa nostra arrivava lo zio, sposato da poco, per far sì che avvertisse un’atmosfera romantica mettevo sul giradischi uno dei sei dischi che avevamo, quello con la canzone Confidati a me, non ricordo più il nome del cantante mi pare fosse Alberto Rabagliati ma potrei sbagliare. Era così che in quelle circostanze, per una generosa accoglienza, mia madre offriva a lui e sua moglie la camera e il letto, dove dormivamo io – bambina di sei/sette anni – e la nonna; lei doveva spostarsi in cucina su un letto di fortuna temporaneo ed io nel cassettone delle coperte. Nonostante questi spostamenti inconsueti, il suo arrivo mi dava sempre la sensazione di una festa, per me lo zio era un mito, ci raccontava dei suoi viaggi di lavoro per mare, di porti e luoghi lontani, diventava un personaggio che ravvivava la mia fantasia di bambina, ricordo bene l’emozione con cui lo aspettavamo in famiglia, gli volevamo molto bene. Torniamo ai dischi di casa, in vinile 33 giri, ricordo: Confidati a me, un cantato dal Golden Gate Quarted, un cantato da un coro alpino si intitolava La Violetta, un cantato da Nat King Cole ed altri due di cui non mi ricordo particolarmente. Circa una decina di anni dopo, nel periodo in cui avevo appena iniziato a lavorare come apprendista in uno studio, dove ci si occupava anche di acquistare dischi di successo, mia madre ebbe l’idea di consegnarmi i dischi per venderli allo studio poichè quel tipo di dischi potevano essere interessanti negli anni 60. Successe però che, dopo averli messi in un cassetto della mia scrivania di studio, in attesa di parlare con la persona che si occupava degli acquisti, a causa di un infortunio fui costretta ad assentarmi dal lavoro per circa un mese, al mio rientro i dischi non c’erano più e nemmeno il responsabile degli acquisti, dovetti perciò affrontare a casa l’umiliazione di aver perso i dischi di famiglia. Allora ero una ragazzina e mi parve una cosa tremenda, la mia timidezza m’impedì di chiedere in studio che avesse svuotato, in mia assenza, la scrivania della mia postazione di lavoro. Non ebbi più in seguito la voglia di parlarne e anche lo zio, al quale da bimba dedicavo uno di quei dischi, nel frattempo aveva cambiato città e così nel tempo tutto divenne passato e ora fa parte solo dei ricordi del cuore. Pare che in questi ultimi anni i dischi di vinile siano ricercati dai collezionisti e che possa essere anche un regalo gradito per le festività, perciò mi è capitato di ripensare ai nostri finiti da allora in mani sconosciute che non conoscono certo la loro storia particolare.  Confidati a me, ti saprò capir…

Buone feste

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