Cos’è la cucina colloquiale? E’ il rapporto che si instaura tra cucinare e parlare. Sì, perché mentre si cucina: si parla, ma di che cosa? Soprattutto di tradizione, trasmissione di menù poveri riscoperti e rivisitati da chef qualificati, colti da mamme e nonne e zie (vedere i biscotti alsaziani di zia Leonia, le sue madeleine (madlén) sono state ricordate dal nipote scrittore Marcel Proust ) queste brave cuoche, a volte, non erano abbastanza valorizzate nelle loro famiglie; molti sono gli argomenti di cui colloquiare: fatti del giorno, problemi familiari, aspettative, lavoro etc. chi più ne ha più ne metta.
La cucina come angolo rifugio, dove ci si ritrova, magari rimestando un ragù anche con la/il giovane che può aprire il suo cuore ed esprimere un’aspirazione, un desiderio, una preoccupazione alla generazione che l’ha preceduta. A mio parere, la cucina colloquiale fa aumentare la stima di sé, fa bene e fa circolare le idee perciò non spaventiamoci dalle possibili tecnologie avanzate in cucina, i nuovi cuochi professionisti se ne avvarranno e senz’altro ci modernizzeranno, noi però nella nostra cucina casalinga proseguiamo, nel tempo e nello spazio della nostra vita, a cucinare, colloquiare, discorrere, sempre aperti e con passione.