Vogliono essere bene auguranti i semi di melagrana, ricoperti di polpa rossa, succosa e acidula, come il presente di questo anno che si avvia veloce e del quale non conosciamo il futuro.
A metà gennaio comunque, a Verona, c’è aria di preparazione del Carnevale. Nei panifici sono già pronte le frittelle dolci; ci sono varianti di zona ognuna con la propria ricetta. Per i dolci “galani” è ancora un po’ presto, ma fra pochi giorni si troveranno pronti ed abbondanti anche quelli.
Volendo provare una ricetta antica delle frittelle di Venezia ecco le dosi riportate: 1/2 kg di fior di farina impastato con 1 noce di lievito sciolto in poco latte tiepido, aggiungendovi 75 g di zucchero, un pizzico di sale, 1/2 bicchiere di vino bianco secco o di latte, scorza di limone grattugiata, un pugno di uvetta fatta rinvenire nel vino o nel rosolio. Si lascia lievitare in luogo tiepido fino al momento di friggere.
L’impasto si fa cadere nell’olio bollente a cucchiaiate o, come si usava una volta nello strutto, temo però che questo grasso ai giorni nostri sia sconsigliato.
Le frittelle si sgocciolano sulla carta assorbente e si spolverano di zucchero in modo avvolgente.
Un bel vassoio di frittelle o meglio di “fritole” in dialetto veronese, ben fatte e calde è sempre espressione di passione culinaria!